E’ stato proprio il senso d’urgenza nel salvare dodici bambine abusate a portarci, tredici anni fa, a fondare Skychildren. Le abbiamo incontrate in una stanza di fortuna, raccolte dalla strada, abbandonate da famiglie che non potevano permettersi una dote, intercettate dalla polizia all’ennesimo passaggio tra trafficanti, scovate nei quartiere a luci rosse. Ai nostri occhi erano, e sono, la prova di cosa significhi nascere donna in India: una maledizione da cui difficilmente ci si può liberare da sole. Spesso vengono vendute dai genitori ancora piccolissime come “lavoratrici domestiche”, ritrovandosi schiave, vittime di continui abusi sessuali e psicologici. In altri casi sono figlie di ragazze obbligate a subire matrimoni combinati intorno ai 10 anni che spesso vengono abbandonate dal marito dopo aver avuto numerosi figli. Altre volte sono loro che scappano da un inferno quotidiano di abusi e violenze perpetrati nella famiglia stessa, da quello “zio” che dovrebbe accudirle mentre i genitori sono fuori “casa” a cercare lavoro.

Grazie al nostro supporto, queste bimbe trovano un rifugio, cure amorevoli, assistenza psicologica ai traumi subiti, il sostegno necessario per iniziare o riprendere la scuola. Siamo loro vicine per tutto il corso della vita, anche quando diventano maggiorenni, rafforzando in ogni momento importante della crescita la loro autostima, incoraggiandole a proseguire gli studi, ad acquisire competenze professionali per diventare poi economicamente indipendenti. Soltanto in questo modo, loro, future donne, potranno garantire per loro stesse e per le generazioni successive una società giusta, libera da violenza e discriminazioni.