Una moltitudine di bambini in fuga dalla miseria dei villaggi rurali e spesso da abusi e violenze, usa le ferrovie per cercare di raggiungere le città, nell’illusione di trovare una salvezza. Come risultato, migliaia di bambini che giungono nelle stazioni con il desiderio di avventura e di una vita migliore, finiscono per vivere tra rotaie e banchine, esposti a droghe e brutalità. La stazione è un luogo caotico, perfetto per persone che intendono approfittarsi di bambini soli, disperati e vulnerabili; molti di loro finiscono così per rifugiarsi nello stordimento delle droghe più economiche e più dannose. Uno stuolo di bimbi mendicanti è talmente comune in India da venire quasi ignorato dai viaggiatori: essi fanno parte dello “scenario” di una stazione. Diventano quasi invisibili.

Lo scopo del progetto è quello di individuare i bambini in pericolo prima che trafficanti e approfittatori ne abusino e di trarli in salvo offrendo loro un futuro. Presso le stazioni vengono creati dei rifugi dove centinaia di bambini, intercettati dagli operatori sociali sui binari e nei treni, possono trovare riparo. Hanno accesso a un pasto, all’igiene di base e ad assistenza medica di emergenza, se necessaria. Soprattutto, hanno accesso al supporto e al confronto con personale specificamente formato, che cerca di ricostruire la loro provenienza, di capire se e perché la famiglia non se ne sta prendendo cura, di instradarli verso l’istruzione e di prendersi in carico il loro futuro. La priorità è sempre quella di ricongiungere i bambini alla loro famiglia di origine: per questo, parte consistente del lavoro è quella svolta sulla comunità e finalizzata a “educare” le famiglie (e, se presente, il “gruppo dei saggi”) sui diritti fondamentali dell’infanzia, sul divieto del lavoro minorile, sui danni provocati dai matrimoni precoci, sull’importanza della scuola, etc.

Molte sono le storie di successo tra i bambini salvati nei nostri rifugi e concluse con il ricongiungimento a quelle famiglie da cui, di solito, si sono allontanati anche a 2 o 3 anni di età, per diventare pulitori di scarpe, drogati e piccoli prostituti.

Una componente importante di questo successo è rappresentata dal rapporto collaborativo che viene costruito, con grande impegno da parte dei nostri operatori, con i diversi soggetti che hanno un ruolo di impatto sul contesto delle stazioni: la polizia ferroviaria, i venditori ambulanti, chi a diverso titolo lavora sui binari. Queste sinergie permettono di costruire una rete informativa e di monitoraggio a protezione dei bambini, che, spesso, ne diventano parte, trasformandosi in veri e propri assistenti dei nostri operatori sociali. Sono loro stessi, infatti, a segnalare situazioni anomale o di pericolo, soprattutto a difesa di altri ragazzini. 

Risultati raggiunti

Bambini che frequentano i Centri Skychildren: 154

Bambini iscritti alla scuola pubblica: 80

Bambini iscritti al corso di karatè: 65

Bambini inseriti nella squadra di calcio: 98

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